A "MILLEFIORI" CONTRO LE MAFIE

 

Un evento con oltre 200 studenti per progettare il riutilizzo sociale del Millefiori. L'iniziativa è stata organizzata dall’Associazione antimafia Cortocircuito, insieme alle scuole di geometri “Secchi” di Reggio Emilia e “Rondani” di Parma, per progettare collettivamente il futuro del vasto complesso immobiliare confiscato alla ‘ndrangheta.  

Il complesso immobiliare “Millefiori” di Montecchio Emilia, simbolo del potere dei fratelli Vertinelli condannati da parte della Corte d’Appello di Bologna nell’ambito del maxiprocesso “Aemilia”, è stato reso vivo dalla partecipazione di oltre duecento studenti e dei

loro docenti. Il “Millefiori” è uno dei beni confiscati alla criminalità organizzata più significativi, un complesso immobiliare dove, secondo la Direzione Distrettuale Antimafia di Bologna, sono stati investiti i soldi della cosca Grande Aracri.

La giornata formativa al "Millefiori" rientra all’interno del progetto regionale titolato “I beni confiscati alle mafie come fari di legalità”, organizzato dall’Associazione culturale antimafia Cortocircuito. Il progetto, coordinato dal giurista Elia Minari, è promosso insieme alla Giunta della Regione Emilia-Romagna, Ance Reggio Emilia e Fondazione Manodori.

Lo scopo della giornata formativa al “Millefiori” è quello di avviare una progettazione collettiva del bene confiscato alla criminalità organizzata. Gli studenti partecipanti realizzeranno, anche grazie a docenti e tecnici delle scuole di geometri “Camillo Rondani” di Parma e “Angelo Secchi” di Reggio Emilia, delle tavole grafiche su come riutilizzare il bene confiscato alla criminalità organizzata.

La giornata è stata aperta dagli interventi delle istituzioni, a cui sono seguiti i laboratori, coordinati dall’associazione culturale antimafia Cortocircuito, con planimetrie stampate, oltre a strumenti per le misurazioni e altre strumentazioni, sia negli spazi interni sia nel piazzale esterno e nell’area cortiliva del “Millefiori”.  

Il complesso immobiliare di 7000 mq era destinato, prima del sequestro, a ristorante, dotato di quattro ampi saloni, cucine e pertinenze, oltre a una magnifica piscina interrata. Il Comune di Montecchio Emilia - rappresentato all’evento dal sindaco Fausto Torelli, dalla vicesindaca Avv. Roberta Dieci e dall’assessore al Bilancio Avv. Stefano Ferri - desidera trasformare il bene confiscato in un campus destinato alle associazioni del territorio. Giammaria Manghi, presente all’iniziativa in rappresentanza della presidenza della Regione Emilia-Romagna, ha espresso l’intenzione della Regione di cofinanziare la ristrutturazione del bene confiscato, quando l’iter di assegnazione del bene sarà completato da parte degli organi statali.   

I lavori della giornata sono stati aperti dal giurista Elia Minari che ha esposto il quadro storico e processuale di riferimento della confisca del “Millefiori” e di altri beni confiscati simili. E poi l’esortazione: «Ciascuno di noi - ha affermato Minari - può concorrere, da studente o da professionista o da cittadino, per fare in modo che questo enorme patrimonio collettivo abbia un futuro di cui ognuno di noi deve farsi carico e sentirsi responsabile». Secondo Minari, «prendersi cura dei beni confiscati significa applicare concretamente i principi costituzionali, per questo è importante una progettazione collettiva. I fenomeni di criminalità organizzata hanno calpestato i diritti economici e sociali, i beni confiscati devono essere il fulcro di un riscatto collettivo contro le mafie». «Si vuole, di concerto tra istituzioni, trasformare la Millefiori in un simbolo della legalità e al contempo consentirne un utilizzo socialmente virtuoso», ha sottolineato il sindaco Torelli.

«Grazie ad Elia Minari e all’Associazione Cortocircuito per l’esempio che ci danno con questo progetto e con le iniziative svolte da tanti anni», esordisce Giammaria Manghi, ex presidente della Provincia di Reggio Emilia, intervenuto all’iniziativa in rappresentanza della presidenza della Regione. «La Regione Emilia-Romagna - annuncia Manghi - seguirà e supporterà il riutilizzo del Millefiori». Dopo Manghi, la parola è stata data all’amministrore giudiziario Federica Zaniboni, che gestisce il bene confiscato per conto del Tribunale. «È un bene confiscato molto ampio e complesso. La società Millefiori ha rilevanti debiti nei confronti dello Stato, situazioni da risolvere. Speriamo che il Comune di Montecchio possa entrare in possesso di questo immobile al più presto. La procedura non è ancora terminata, ma sono fiduciosa».   

Il sindaco di Montecchio ha aggiunto che, solo nel territorio comunale, sono operative «ben cinquanta associazioni che lavorano nel sociale, nella cultura, nello sport. Il Millefiori è un luogo ideale. Questa struttura può diventare un campus per le associazioni, anche per collaborare tra loro. Abbiamo anche cinque gruppi teatrali nel nostro comune, sarebbero interessati a usare una parte dello spazio». La vicesindaca Dieci ha aggiunto che «rendere accessibile questo bene confiscato alla collettiva è un’avventura che rappresenta il nostro sogno. Vi ringraziamo per i suggerimenti che ci darete, molto utili. Abbiamo bisogno anche di progettazioni per lo spazio esterno. Questa è grande opportunità per la nostra comunità». I vertici del Comune hanno riferito ai partecipanti che già il 13 luglio 2020 è stata presentata formale domanda per l'assegnazione del bene, che è stata portata anche successivamente alla Consulta provinciale della legalità. L’assessore Stefano Ferri ha spiegato che «con la collaborazione tra istituzioni arriveremo al bellissimo obiettivo che ci siamo prefissati. Tante volte nelle carte processuali si vedono movimento di dubbia origine. Spesso la cittadinanza non si rende conto della gravità, non è immediatamente percepibile.

Un bene immobile della criminalità organizzata è una testa di ponte all’interno del territorio. Il Millefiori deve essere operativo per essere un caposaldo di legalità. Le comunità locali subiscono le ferite della criminalità per questo alle comunità va restituito il bene, per lenire le ferite che ci sono state nel territorio e anche perché l’intervento dello Stato porta al ripristino del corretto rapporto tra i consociati, leso dalla mafia». Sono seguite le attività di visita formativa e l'attività di co-progettazione, divisi in gruppi più ristretti, che proseguirà nei prossimi mesi.

Le foto dell'evento sono scaricabili a questo link: https://www.cortocircuito.re.it/giornataformativa-al-bene-confiscato-millefiori/